L’articolo di Lia Choen pubblicato nella rivista Italo-Svizzera di Arte e Cultura iNews parla della mia mostra! E’ un grande onore vedere il mio nome in copertina, dove campeggia quello ben più illustre di Zeng Yi, un luminare della fotografia contemporanea cinese:
L’Articolo:
“Un viaggio tra passato e futuro è quello che ha proposto Piera Fatibene, fotografa emergente nel panorama italiano delle arti visive, con la sua prima personale di fotografia. L’esposizione temporanea, dal titolo: “Dipingere il passato. Restauro e coloring fotografico nell’era del digitale” si è tenuta presso l’antico borgo di Orsara di Puglia dal 3 al 13 agosto.
Un lavoro che affonda le sue radici nel passato, nella ricerca storica di antiche lastre fotografiche alla gelatina secca, ma guarda al futuro, sviluppandole e restaurandole con le moderne tecniche digitali ed infine elaborandole artisticamente tramite la colorazione digitale.
Il passato rivive proprio attraverso l’uso sapiente del colore, applicato in pennellate morbide ma decise, scegliendo la gamma cromatica naturalmente disponibile nelle tavolozze ottocentesche da cui le immagini, rigorosamente in bianco e nero, provengono. La tecnica di colorazione utilizzata trae ispirazione da quella più antica e rudimentale dell’Autochrome, inventata dai fratelli Lumiére agli inizi del ‘900.
Ritratti di famiglia, scene di nozze, battute di caccia, momenti di vita condivisa. Questi i temi scelti per raccontare un momento storico, quello a cavallo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, un’epoca in cui miseria e nobiltà si incontrano e mai si fondono.
Ed ecco quindi che un cacciatore ed il suo fucile si affiancano ad una scena degna del miglior Manet, in cui dame con deliziosi cappellini, ombrellini e pizzi ricamati si accompagnano ad uomini elegantemente vestiti di frack e bombetta, distrattamente sorretti dall’immancabile bastone. Bambini impertinenti posano dinanzi ad un fondale dipinto e cani all’apparenza mansueti si fanno ritrarre su sedie di paglia. Donne anziane dai capelli scompigliati si contrappongono a giovani ragazze dall’aria popolana. Il colore mette in risalto ciò che il bianco e nero nasconde. È un mondo che non esiste più, ma che tramite la colorazione artistica percepiamo come a noi più vicino: è l’empatia dell’arte che si manifesta.
Le sorprese in mostra non finiscono qui, perché tramite l’utilizzo delle tecniche di intelligenza artificiale, questi personaggi immortalati in un attimo senza fine, tornano in vita come d’incanto. Li vediamo proiettati al muro, sorridere ed ammiccare all’ignaro spettatore, che incredulo sorride di rimando e non lesina una lacrima di commozione, in un dialogo muto che il cinema di Charlie Chaplin avrebbe, negli stessi anni, reso celebre per l’eternità.”